Stanno arrivando e sono un fiume in piena. Sono i nati fra il 56 e il 65 meglio noti alle cronache come baby boomers, ovvero quei bambini venuti al mondo nel pieno della grande espansione economica italiana della fase post bellica quando il Paese cresceva ai ritmi attuali della Cina: fra il 7 e il 10%.
Tutti in procinto di andare in pensione. Un esercito di persone che si aggiungono a quelli della successiva generazione X che caratterizza i nati dal 66 al 79 che insieme raggiungono i 16 milioni e passa di lavoratori oggi attivi su 25,5 milioni di occupati. Persone che da qui al 2049 passeranno a carico dei conti INPS. Uno studio realizzato dal Sole 24 ore da Antonietta Mundo, ex Capo del Coordinamento statistico attuariale dell’INPS, stabilisce che, in base a un modello statistico che stima vita media e entrata in pensione da qui al 2049, avremo a che fare con ben 11 milioni di pensionati in più.
Per stare ai dati che ci riguardano più da vicino nel tempo lo studio stima dal 2020 al 2024 i nuovi pensionati in più saranno ben 200mila e che fra il 2030 al 2034 si arriverà a 540mila. Numeri che ci chiamano ad un assetto diverso della società, dei servizi e persino delle città.
“Dobbiamo assolutamente prendere in considerazione l’idea di iniziare a progettare un futuro diverso più a misura di queste categorie che si apprestano a entrare in pensione – commenta Filippo D’Andrea Segretario di CNA Pensionati – la nostra è una società che invecchia, e questo lo sappiamo già da molti anni visto che la piramide per età della popolazione italiana non è cambiata negli ultimi anni e resta rovesciata”.
“E’ necessario immaginare l’impatto della silver economy sulla nostra economia – conclude – e occuparsi di di progettare servizi nuovi e un mondo più a misura dei tanti over 65 che entreranno in pensione”.