IL MINISTRO DELLA SALUTE SPERANZA: “AL VIA UN GRANDE PATTO PAESE SULLA SALUTE CON CNA PENSIONATI PROTAGONISTA”
Costruire un nuovo Stato sociale. Puntando sulla medicina territoriale, l’ammodernamento tecnologico e più personale grazie all’innalzamento dei tetti di spesa. Ma soprattutto coinvolgendo le parti sociali, come CNA e CNA Pensionati. Obiettivo: la costruzione di un Patto sulla salute che ridisegni il welfare italiano. La ricetta del ministro della Salute Roberto Speranza per affrontare i grandi nodi della sanità italiana e le sfide dell’invecchiamento della popolazione è questa. Ne abbiamo parlato insieme a margine dell’Assemblea Nazionale di CNA Pensionati.
Domanda. Oggi c'è un problema di sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale. 2 dati su tutti: 37 miliardi tolti alla sanità negli ultimi nove anni. 40 miliardi spesi ogni anno dagli italiani per curarsi privatamente. Qual è la strategia del Governo da questo punto di vista?
Risposta. L’articolo 32 della Costituzione contiene parole luminose che sanciscono l’Universalità del nostro servizio sanitario. Il mio impegno è quello di lavorare per ridurre le disuguaglianze e garantire a tutti lo stesso livello di cure, indipendentemente da quanto una persona guadagni o dalla regione in cui viva. Con la Legge di Bilancio 2020 può dirsi finalmente conclusa la stagione dei tagli, grazie ai 2 miliardi in più del fondo sanitario, all’eliminazione del super ticket di 10 euro e ad altri 2 miliardi per investimenti in edilizia sanitaria e ammodernamento tecnologico.
D. La popolazione invecchia, tra 10 anni le persone anziane, gli over 65, arriveranno quasi al 25% del totale. C'è un tema di malattie croniche e di cure costose. Come intende affrontare questo problema?
R. I cambiamenti demografici ed epidemiologici che abbiamo davanti ci costringono ad una riflessione di fondo sul modello di assistenza che dobbiamo offrire ai nostri anziani. Nei prossimi anni avremo sempre più bisogno di garantire le cure a milioni di malati cronici e questo potremo farlo solo potenziando la medicina territoriale. In questa manovra verranno stanziati 235 milioni di euro per dotare gli studi dei medici di medicina generale di attrezzature per la diagnostica di primo livello. Un primo importante passo nella sfida di un nuovo modello di stato sociale che dobbiamo costruire.
D. Mancano drammaticamente medici e infermieri. Da alcune stime si tratta di 8000 medici 53.000 infermieri. Molti giovani sono costretti ad emigrare per studiare e specializzarsi. Lo Stato italiano prepara medici che poi vanno all'estero per lavorare. Come si cambia questo stato di cose non certamente virtuoso per la nostra sanità?
R. Veniamo da un decennio in cui il blocco del turn over e i tetti di spesa per il personale hanno creato una barriera di accesso al sistema per decine di migliaia di nostri giovani professionisti. Fino a ieri il tetto alla spesa per il personale poteva crescere del 5% rispetto alla quota incrementale del fondo sanitario. Dal 2020, con un emendamento approvato nel decreto fiscale, si sale fino al 15%. Concretamente, nel 2019 si poteva spendere per il personale un massimo di 50 milioni su 1 miliardo in più di fondo. Nel 2020 si arriverà a ben 300 milioni di euro sui 2 miliardi in più previsti dalla manovra. Una cifra potenzialmente sei volte superiore rispetto al 2019.
D. C'è un drammatico problema di liste d'attesa in Italia. Come si affronta questa situazione per evitare che il SSN lasci indietro i più poveri?
R. L’aumento del Fondo sanitario nazionale e le nuove regole sull’assunzione del personale saranno la chiave di volta per ridurre il gap tra le aziende sanitarie dove il sistema è più efficiente e quelle in cui ancora ci sono difficoltà a dare risposte nei tempi richiesti. Questo incremento di risorse, insieme alle nuove assunzioni che abbiamo messo in cantiere e al rafforzamento degli studi dei medici di medicina generale sono tra gli strumenti individuati per fornire risposte a chi ha più bisogno, a chi ha urgenza e non può permettersi di pagare per accedere alle cure necessarie.
D. In che modo le associazioni come CNA Pensionati possono contribuire a portare in equilibrio in futuro il sistema sanitario nazionale?
R. Come ho detto, noi abbiamo davanti una sfida enorme. Dobbiamo ridisegnare il modello di welfare che lasceremo ai nostri figli e questo lo possiamo fare solo con il contributo di tutte le forze sociali. Credo da sempre che si governa meglio con il confronto e con l’ascolto e questa sarà l’impostazione di fondo della mia azione di governo in un settore così importante per la vita di tutti. Per rendere il Servizio Sanitario Nazionale più forte dinanzi alle nuove sfide che stanno arrivando, serve un nuovo grande patto Paese sulla Salute. Sono sicuro che la CNA saprà esserne protagonista.