L’indagine di sieroprevalenza condotta da Istat e Ministero della Salute segnala una circolazione del Covid-19 sei volte maggiore rispetto ai dati delle infezioni diagnosticate
Sono 1 milione 482mila le persone risultate positive al Covid-19 secondo l’indagine condotta tra gli italiani da Istat e Ministero della Salute. Il dato è significativo perché dimostra come la popolazione entrata in contatto con il virus nel nostro Paese sia sei volte maggiore rispetto al totale dei casi intercettati ufficialmente durante la pandemia, attraverso l’identificazione del RNA virale secondo quanto prodotto dall’Istituto Superiore di Sanità.
Oltre 64.600 i prelievi effettuati sul campione di volontari reclutato dalla Croce Rossa nello studio per comprendere quanto il Coronavirus abbia circolato in Italia, in che modo si sia espresso e in che misura abbia dato luogo a forme asintomatiche. Il 2,5% degli italiani sottoposti ad indagine è risultata positiva al test degli anticorpi e quindi venuta a contatto con il virus.
A livello territoriale la Lombardia raggiunge il massimo con il 7,5% di sieroprevalenza: da sola la regione assorbe il 51% delle persone che hanno sviluppato anticorpi. In alcune sue province, quali ad esempio Bergamo e Cremona, il tasso di sieroprevalenza raggiunge addirittura punte, rispettivamente, del 24% e 19%. Valori minimi in Sicilia e Sardegna (0,3%).
Non emergono differenze significative per quanto riguarda il genere: uomini e donne sono stati colpiti nella stessa misura dal Coronavirus. Per quanto riguarda l’età, invece, il dato di sieroprevalenza più alto riguarda la fascia più anziana degli over 50: tasso al 3,1% per la fascia tra i 50 e i 59 anni, a cui fa seguito la fascia 60-69 anni (2,6%), e 70 e più (2,5%).