Secondo l’Aagenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, a livello nazionale il tasso di occupazione di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti sale di 2 punti raggiungendo il 26% e, in 24 ore, il tasso cresce in 5 regioni: continua a salire in Valle d'Aosta, dove arriva al 46% e con +3% la Liguria raggiunge il 39%. Lo si legge sull’Ansa.
"In questo nuovo contesto, sicuramente - ha commentato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri - i dati relativi alle ospedalizzazioni, ai ricoveri in intensiva e ai decessi sono più importanti rispetto al mero conteggio dei casi positivi, spesso asintomatici, soprattutto nella prospettiva di un passaggio dalla fase pandemica all'endemica.
Nell'immediato tuttavia, e in attesa di evidenze conclusive sull'argomento, ritengo comunque utile una comunicazione puntuale e trasparente di tutti i dati disponibili, accompagnata da un'adeguata interpretazione che aiuti i cittadini ad orientarsi meglio in questa nuova fase della pandemia".
“La pandemia - ha aggiunto - è entrata in una nuova fase, nella quale all'elevatissimo numero di casi positivi non si accompagna per fortuna un incremento proporzionale dei ricoveri ospedalieri e delle ammissioni in terapia intensiva. Occorre mantenere la cautela, ma i dati sembrano suggerire che le manifestazioni cliniche di questa variante siano meno severe rispetto a quelle della variante Delta".
La preoccupazione di Cna Pensionati, oltre alla nuova impennata della pandemia, è tuttavia legata alla difficioltà di curarsi per altre patologie. A lanciare l'allarme ieri è stata la Società italiana di chirurgia (Sic) che parla di "drammatica riduzione degli interventi", dal 50 all'80% a seconda delle regioni. Non solo: spesso non è possibile operare neanche i pazienti con tumore perché non si ha la disponibilità del posto di terapia intensiva nella fase postoperatoria.
Una situazione drammatica davvero preoccupante che è l'altro fronte della lotta al Covid. Tra le regioni dove la situazione è più pesante,s econdo la Sic, ci sono Val d'Aosta, Lazio, Toscana, Lombardia, Campania, Sicilia, Sardegna dove attualmente siamo a non più del 50% dell'attività chirurgica. "Le Aziende sanitarie sono costrette a destinare ampi spazi di ricovero ai pazienti Covid e le terapie intensive sono occupate principalmente da no vax" - conclude la Società italiana di chirurgia .