Lo rileva l’Istat che in una indagine fotografa la situazione prima dello scoppio della pandemia da Covid-19. Il 18,8% degli over-75 dichiara di non ricevere aiuti adeguati mentre sono più di 600mila quelli che vivono completamente soli
Italia, Paese fra i più anziani del mondo, è anche una nazione in cui gli anziani over 75 sono spesso malati cronici e pluripatologici. Ossia hanno più di un acciacco. Pressione alta e diabete, piuttosto che colesterolo fuori norma e obesità. Perciò hanno bisogno di aiuto e di assistenza che spesso però stenta ad essere facile da ottenere. Il nostro è un sistema di welfare ‘fai da te’, in cui lo Stato eroga prestazioni quasi esclusivamente monetarie (come la famosa pensione 'di accompagnamento' che poi è un assegno di invalidità o altri sussudi). Erogazioni monetarie che spesso coprono non tutte le necessità.
I numeri dell’Istat
I dati Istat tratti dall’Indagine di salute europea EHIS 2019 delineano una fotografia preoccupante della domanda di assistenza che, nella classe di età 75 e più, assume una forte rilevanza a causa della compromissione di capacità funzionali, della mancanza di supporto sociale, del bisogno di sostegno, delle sfavorevoli condizioni abitative, delle difficili condizioni economiche. Su una popolazione di riferimento composta da circa 6,9 milioni di over 75, rileva l'Istat, sono stati identificati oltre 2,7 milioni di individui che presentano gravi difficoltà motorie, comorbilità, compromissioni dell’autonomia nelle attività quotidiane di cura della persona e nelle attività strumentali della vita quotidiana. Tra questi, 1,2 milioni di anziani dichiarano di non poter contare su un aiuto adeguato alle proprie necessità, di cui circa 1 milione vive solo oppure con altri familiari tutti over 65 senza supporto o con un livello di aiuto insufficiente. Infine, circa 100mila anziani, soli o con familiari anziani, oltre a non avere aiuti adeguati sono anche poveri di risorse economiche, con l’impossibilità di accedere a servizi a pagamento per avere assistenza.
Le conclusioni della ricerca
Secondo l’Istituto nazionale di statistica è “dunque della massima importanza intercettare la domanda economica e sociale di questo popolo di anziani spesso soli, con scarse disponibilità economiche e senza aiuto, traducendola in un’offerta di servizi di sostegno, prioritariamente presso l’abitazione e sul territorio, oltre ad assicurare loro una migliore qualità di vita, ciò permetterà di evitare che la condizione di svantaggio si trasformi ed esploda come domanda sanitaria dalle dimensioni insostenibili”. Un quadro questo che conferma le denunce partite da Cna Pensionati, la quale ha messo in luce in più occasioni come sia necessaria una riforma del sistema del welfare italiano centrata sull’erogazione dei servizi agli anziani fragili e di un sistema sanitario più legato al territorio e alla medicina di prossimità.