Liberi spostamenti nella Regione ma ancora vietati gli assembramenti. Tra gli elementi salienti del Decreto Rilancio nuovi investimenti sulla sanità territoriale a vantaggio delle persone più fragili
Dopo il 18 maggio, data tanto attesa in cui l’Italia e gli italiani ripartono. La notizia di un primo graduale ritorno alla normalità è stata annunciata nei giorni scorsi dal Premier Conte e messa nero su bianco col Decreto Rilancio che nelle prossime ore sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale per diventare legge dello Stato.
Il Decreto in sintesi. Nelle quasi 500 pagine della bozza del Decreto si elencano tutti gli interventi che spaziano in ambiti diversi: salute e sicurezza; sostegno alle imprese e all’economia; tutela dei lavoratori e conciliazione lavoro/famiglia; ulteriori disposizioni per la disabilità e la famiglia; misure per gli enti territoriali; misure di incentivo e semplificazione fiscale; misure per la tutela del credito e del risparmio; sostegno al turismo; misure per l’istruzione e la cultura; misure per l’editoria e le edicole; misure per le infrastrutture e i trasporti; misure per lo sport; misure per l’agricoltura; misure in materia di istruzione.
Cosa cambia per gli anziani? Se una prima riapertura per incontrare i propri congiunti c’era già stata, con il nuovo decreto non servirà più l’autocertificazione per gli spostamenti all’interno della propria regione. Si potrà tornare nelle chiese, nei musei, nei ristoranti e le altre attività commerciali, oltre a poter incontrare nuovamente i propri amici. Per tutti, e in particolare per gli over65, rimangono valide le regole da osservare: lavarsi spesso le mani e non portarsele mai a naso, bocca e occhi; usare il disinfettante dopo aver toccato oggetti; rimanere a casa in caso di febbre oltre ai 37,5 gradi; osservare rigorosamente la distanza interpersonale di un metro; utilizzare e mascherine e, se necessario, guanti monouso accedendo a luoghi chiusi. Ancora vietati gli assembramenti.
Focus Sanità. Previsto nel Decreto Rilancio il potenziamento della sanità territoriale per un investimento complessivo pari a 1 miliardo e 256 milioni di euro e destinato a finanziare: assistenza domiciliare; rete territoriale e Unità speciali di continuità assistenziale (Usca); monitoraggio domiciliare; strutture territoriali di isolamento; attività di infermieri di famiglia e assistenti sociali.
In particolare l'assistenza domiciliare ai pazienti ultra 65enni passerà dagli attuali 610.741 a quota 923.500, pari al 6,7%: un tasso che porta l'Italia al di sopra della media Ocse.
Capitolo spinoso durante l’epidemia da Coronavirus, verrà ripensato il Sistema delle Residenze Sanitarie Assistenziali. Nel Decreto viene infatti disposto l'incremento dei controlli nelle Rsa, anche attraverso la collaborazione di medici specialisti.
Inoltre è previsto il rafforzamento dei servizi infermieristici territoriali, per potenziare l'assistenza domiciliare integrata ai pazienti in isolamento domiciliare e ai malati cronici, disabili, persone con disturbi mentali o in situazioni di fragilità. Con questo obiettivo viene introdotta la figura dell'infermiere di quartiere che sarà centrale nell’assistenza di tanti anziani in difficoltà.