Parla la nostra psicologa Chiara Volpicelli e ci spiega i complessi segreti che connettono corpo e mente e quanto sia importante il modo di reagire agli eventi che non dipendono dalla nostra volontà
Charles Darwin affermava: “solo coloro che sono più adatti al cambiamento sopravvivono”. Molti di noi sono cresciuti con questo mantra, che non è legato solo al mondo delle scienze naturali ma anche alle scienze psicologiche. È infatti un meccanismo che ha il compito di mantenere in vita la personalità. Sembra incredibile a dirsi ma le malattie fisiche o psichiche sono un meccanismo compensativo dell’essere umano. Perché ogni azione e pensiero è orientato all’omeostasi: quella capacità dell’organismo di autoregolarsi al fine di sopravvivere in qualsiasi circostanza. In risposta, ad esempio, ad una improvvisa insufficienza cardiaca, il corpo risponde con un meccanismo compensatorio: il rilascio di ormoni, adrenalina e noradrenalina (ormoni dello stress o di attacco-fuga), che attivano una maggiore frequenza del pompaggio del cuore. Obiettivo? Riportare l’attività cardiaca ad una quota ematica normale. Perché la sopravvivenza è data dall’equilibrio delle diverse parti. Capite che in quest’ottica qualsiasi cambiamento richiede uno sforzo per il ripristino dell’omeostasi. L’evoluzione non è altro che un continuo adattamento al cambiamento.
Meccanismi compensatori da restrizioni
Alla paura della morte (ad esempio con il virus Covid-19) e all’isolamento, che comportano lo sgretolamento della struttura psichica - e quindi quella che viene chiamata comunemente pazzia (stati allucinatori, schizofrenie, psicosi) - moltissime persone hanno risposto sviluppando la diffidenza, cioè la non fiducia. Che si è esplicitata nel tenere distanti parenti e amici: quindi un vero e proprio ribaltamento della fiducia, che è la base emotiva di qualsiasi relazione. A questo evento improvviso ed emotivamente catastrofico, la nostra mente ha risposto con meccanismi compensatori: primo fra tutti il “controllo”. Che si è espresso attraverso grandi e piccole manie: la pulizia costante di mani e superfici, il chiudersi in casa anche quando potevamo stare a pochi metri di distanza l’uno dall’altra, l’evitamento di momenti all’aperto anche quando era possibile, la ricerca ossessiva del numero di morti giornaliero. Qualcuno ha risposto anche con l’andare in scontro alle restrizioni, ad esempio uscendo senza la mascherina o creando gli assembramenti. Altri ancora hanno utilizzato lo spostamento: cioè hanno spostato sulle relazioni affettive la frustrazione data dalla mancanza di socialità, esasperando le problematiche delle relazioni familiari fino a farle diventare conflittuali. Insomma ognuno di noi ha innescato un meccanismo compensatorio per mantenere l’omeostasi cioè l’equilibrio della sanità psichica, e non provare la paura di una ipotetica morte o sofferenza o isolamento.
L’omeostasi è faticosa, l’adattamento consapevole no.
L’equilibrio costante è un meccanismo umano su cui l’uomo non può influire, è inconscio, si attiva e basta, senza che la persona se ne accorga. Il problema però è che tutto questo spesso genera sofferenza proprio perché inconscio. Invece di sentire, vivere, osservare le emozioni, ad esempio la paura, l’essere umano risponde automaticamente per evitare le emozioni spiacevoli. Sento la paura? Scappo. Sento la rabbia? Attacco. Non si ferma a “sentire quella emozione per poi distaccarsene”, osservarla, come uno scienziato con il microscopio e capire cosa realmente sta accadendo dentro di sé, la causa che ha generato quell’emozione. La risposta inconscia, ad esempio del controllo, costa fatica perché la persona è in continua tensione, continua diffidenza, “non molla mai” e ciò comporta disturbi di personalità, fantasie distruttive, rigidità nelle relazioni.
L’adattamento consapevole invece rende cosciente la persona di ciò che sta vivendo accompagnando i meccanismi compensatori e limitandone i danni. Tornando all’esempio sopra, coloro che hanno accettato la paura di essere contagiati, hanno attraversato questa emozione mantenendo sempre un punto di lucidità critica su ciò che accadeva. Hanno saputo fermare le emozioni e non agirle. Hanno fatto quella che si chiama epochè, la sospensione del giudizio. Si sono posti domande su come si sentivano, cosa potessero fare per cambiare la situazione che vivevano, quali fossero gli elementi positivi di quel momento. Hanno accettato che non tutto può essere controllato, e la finitezza della vita. Con questa serenità hanno affrontato il periodo Covid con minor danni e hanno trovato con più facilità elementi positivi anche dalle restrizioni. In sostanza hanno attivato l’adattamento consapevole. Adattarsi vuol dire stare in una data situazione sfruttando le condizioni della situazione stessa.
Resilienza vs antifragilità.
Potremmo dire che vi è un passaggio concettuale fondamentale dalla resilienza all'antifragilità. Colui che è resiliente resiste agli shock, colui che è antifragile migliora e trae profitto dalla casualità e dalle esperienze dolorose. Il concetto fondamentale è che il nostro corpo e la nostra psiche prosperano con una certa dose di fattori di stress e volatilità. “Se trascorressimo un mese a letto ci verrebbe un‘atrofia muscolare – spiega Taleb – allo stesso modo quando sono privati dei fattori di stress, i sistemi complessi ne escono indeboliti”. A partire da queste considerazioni la persona “antifragile” ci insegna ad amare il caso e l’incertezza, ad amare l’errore o certi tipi di errori perchè l’evitamento dei fattori di stress paradossalmente ci rende più fragili e meno robusti: con la giusta quantità di stress e disordine tutto ciò che viene dal basso (bottom-up) fiorisce (tratto da Antifragile di Nicolas Nassim Taleb).
La strategia dunque dell’adattamento consapevole passa dalla consapevolezza della finitezza della vita e dalla capacità di attraversare le emozioni senza evitarle. Come disse una volta Eraclito, “nessun uomo entra mai due volte nello stesso fiume, perché il fiume non è mai lo stesso, ed egli non è lo stesso uomo”. Sapere come adattarsi a quel flusso costante è il segreto della salute e del benessere.